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Dott. Catulla Contadin - Psicologa infantile - Psicoterapeuta - Noventa Vicentina (Vicenza)

capricci dei bambini

Regole e capricci nei primi 2 anni

"Non salire in piedi sulla sedia! "

"Smettila di toccare  le prese della corrente!" 

"Non si corre intorno al tavolo, se scivoli batti la testa e ti fai male!"

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Queste regole vi suonano familiari? 

Se siete genitori avrete sicuramente sperimentato quella sensazione di impotenza che deriva dal ripetere in continuazione un divieto e vedere che il vostro piccolino continua a fare capricci e si comporta come se nemmeno vi avesse sentito.

Avete sprecato fiato per niente? Nel migliore dei casi si.

Nella peggiore delle ipotesi potreste aver reso la cosa vietata persino più interessante, vestendola del fascino del proibito.

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Nei primi anni di vita i bambini sono guidati da un impulso naturale all'esplorazione dell’ambiente circostante e sono desiderosi di mettere alla prova le proprie abilità motorie.

Spostarsi in modo autonomo per la stanza gattonando, riuscire ad alzarsi in piedi appoggiandosi a un supporto, camminare senza sostegno in modo prima incerto e poi sempre più spedito, sono per i bambini delle conquiste straordinarie.

 

La curiosità verso ciò che è nuovo e altro da sé è una caratteristica sana che deve essere accolta e stimolata dai genitori.

Ovviamente, più i bambini sono piccoli e più rischiano di cadere e farsi dei bernoccoli ma non è possibile (né auspicabile) limitare la loro esplorazione per timore di piccoli incidenti.

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Prima considerazione 

Fino a due anni, vigilate sui movimenti del vostro bambino ma evitate di trasmette ansie inutili. Anche le cadute hanno una funzione educativa: restituiscono al piccolo informazioni in merito alle sue abilità motorie e sono più efficaci delle raccomandazioni degli adulti.

Organizzate meglio gli ambienti (paraurti sui termosifoni, chiusure di sicurezza per cassetti e armadi, cancelletti in prossimità delle scale, copri-prese, ecc.) e scegliete con cura i giochi in base all'età del bambino.

Per il resto, armatevi di una buona pomata per i lividi e di abbondanti fazzoletti per asciugare le lacrime.

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Seconda considerazione

Quando si ha a che fare con bambini molto piccoli, le spiegazioni che accompagnano le regole e i divieti sono spesso superflue perché risultano troppo astratte e vengono facilmente dimenticate.

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Marina, 2 anni, si aggrappa al bordo del mobile porta tv,

e si diverte a piegare le ginocchia e poi a tirarsi su in punta dei piedi.

A vederla è proprio buffa, sembra una ranocchia che tenta di saltare

ma non riesce a staccare le zampette da terra.

La bimba è tutta eccitata, ripete questi movimenti sempre più velocemente

e di tanto in tanto si sbilancia.

La madre le si avvicina preoccupata dicendole: Smettila! Vedi che rischi di cadere?

Se scivoli e batti il mento sul mobile ti fai male.

Magari ti tagli anche il labbro con i denti come è capitato la settimana scorsa!

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Marina ascolterà le madre? Quasi certamente no!

E’ molto divertita dal gioco che sta facendo, è orgogliosa di saper andare su e giù con le sue gambine, e non riesce a trovare alcun legame tra questo suo gioco e l’incidente della settimana precedente.

Potrebbe essere più efficace spostare l’interesse della bimba sul bracciolo del divano (niente spigoli vivi e materiale di impatto più morbido) e suggerire di provare a fare lo stesso gioco da quelle parti: in questo modo il divertimento potrebbe continuare e i rischi verrebbero dimezzati.

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A volte i divieti che diamo al bambino non sono legati a capricci o comportamenti rischiosi che mette in atto quanto all’inadeguatezza degli spazi abitativi che ha a disposizione.

Un tempo le case avevano ampie stanze e lunghi corridoi dove i bambini potevano muoversi col girello senza urtare ostacoli in continuazione, mentre oggi gli ambienti sono più piccoli e pieni di mobili, e offrono certamente meno possibilità di esplorare e giocare.  

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Molte famiglie non dispongono nemmeno di un giardinetto dove lasciare il  piccolo sgambettare qualche ora durante la giornata e devono organizzarsi per portarlo al parco giochi più vicino (quando riescono).

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Alcuni genitori si sentono disorientati di fronte ai continui capricci del proprio bambino e stentano quasi a riconoscerlo. Fino al mese scorso sembrava andare tutto bene, il piccolo si dimostrava incuriosito dalle novità ma si lasciava guidare da mamma e papà mentre ora si comporta come un piccolo diavoletto che non ascolta niente e nessuno.

 

Cosa è accaduto?

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Probabilmente il bambino è entrato nella fase dei “terribili due” (terrible twos”) cioè sta progressivamente sviluppando la consapevolezza di sé e delle sue idee, e cerca di realizzarle con forza.

Si arrabbia moltissimo perché il mondo (fisico e sociale) non obbedisce ai suoi desideri e insiste con caparbietà per mettere alla prova i limiti che incontra.

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Quando un bambino è travolto dalla sua stessa rabbia non è in grado di calmarsi da solo e avere vicino un adulto che amplifica il suo stato di eccitazione con urla e minacce non lo aiuta a ricomporsi.

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Dunque… fate un bel respiro, mettetevi a canticchiare, magari allontanatevi per qualche istante da lui per riprendere il controllo di voi stessi e poi riavvicinatevi e tentate di contenerlo fisicamente, abbracciarlo e parlargli in tono sommesso finché la tensione poco per volta si allenta.

 

Alcuni bambini rifiutano il contatto fisico quando sono troppo arrabbiati; in questi casi è meglio lasciarli sfogare qualche minuto finché non saranno in grado di prestare attenzione a qualcos'altro che non sia il proprio stato di frustrazione.

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Ultima osservazione

Quando i capricci del bambino si manifestano sempre in determinate circostanze può essere utile… aggirare l’ostacolo! Se fare la spesa con il piccolino è fonte di grande stress lasciatelo a casa con la nonna.

 

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Non è possibile?

Cercate di coinvolgerlo maggiormente consentendogli di toccare prodotti che non si possono rompere in caso di caduta, chiedetegli di aiutarvi a metterli nel cesto, giocate con lui modificando la velocità di percorrenza delle corsie e facendo ”curve spericolate” col carrello… a volte i bambini fanno i capricci semplicemente perché si annoiano.

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