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Dott. Catulla Contadin - Psicologa infantile - Psicoterapeuta - Noventa Vicentina (Vicenza)

Difficoltà di attenzione nei bambini

Come capire se si tratta di ADHD o di semplice disattenzione?

Edoardo esce da scuola tutto eccitato e corre ad abbracciare il papà. È un giorno speciale, oggi compie 10 anni, e ha invitato alcuni compagni di classe a casa sua il pomeriggio per mangiare la torta.

Sono le 13.00, ora di pranzo, e il bambino continua a chiedere alla mamma quando arriveranno i suoi amici. – Manca ancora parecchio, finisci di mangiare. E poi sai che devi metterti subito a fare i compiti. Devi averli finiti prima che arrivino i tuoi compagni altrimenti… niente festa! -

Edoardo sbuffa, finisce in fretta la pasta e inizia a gironzolare per casa. Al momento di tirare fuori dallo zaino il materiale necessario per studiare, si rende conto di aver lasciato a scuola sia il libro di storia che il diario.

-Dove avevi la testa?- chiede la madre.

Ovvio: Edoardo era concentrato sulla sua festa di compleanno!

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Chiara, 7 anni, è una bambina tranquilla. A casa trascorre il tempo libero nella sua cameretta distesa sul  letto o giocando con mille cose.

A metà pomeriggio la stanza sembra un campo di battaglia: puzzle lasciati a metà sulla scrivania, bambole sparse sul pavimento, pennarelli senza tappo e disegni incompleti appoggiati alla rinfusa sugli scaffali.

A scuola riesce a stare seduta al suo posto senza mai disturbare i compagni. Nonostante il carattere pacifico, però, Chiara viene spesso richiamata sia dai genitori che dalle insegnanti perché sembra non ascoltare quello che le si dice.

-E’ persa in un mondo tutto suo - commenta la mamma.

Chiara dimentica le istruzioni che le vengono date, inizia a fare i compiti ma si distrae in continuazione (ascolta i commenti di chi è presente nella stanza, guarda fuori dalla finestra, segue il volo di una mosca…) e trova mille scuse per non impegnarsi in attività che richiedono uno sforzo prolungato.

Molti bambini, in varie circostanze, possono manifestare segni di disattenzione e rifiutarsi di completare attività che richiedono uno sforzo cognitivo prolungato.

Quando queste difficoltà si presentano in contesti diversi e per lunghi periodi di tempo, tuttavia, possono indicare un Disturbo da Deficit di Attenzione (ADHD).

Quali sono i sintomi caratteristici del disturbo di attenzione?

Ecco alcuni indizi di un possibile problema di attenzione:

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  1. il bambino si distrae facilmente durante le attività individuali o i giochi di gruppo;

  2. perde le sue cose personali (es. matita, gomma, piccoli giocattoli), dimentica il materiale necessario per la scuola o per l’attività sportiva;

  3. passa velocemente da un impegno all’altro senza portarlo a termine;

  4. si annoia dopo pochi minuti;

  5. fatica a rimanere concentrato su un compito che lo coinvolge poco (es. spiegazione verbale dell’insegnante);

  6. nei compiti scolastici compie numerosi errori dovuti a disattenzione più che a mancanza di comprensione dei contenuti;

  7. è spesso disorganizzato (non prepara lo zaino con cura, fatica a rispettare le scadenze);

  8. non riesce a fare i compiti da solo, necessita della presenza di un adulto perché autonomamente  conclude poco;

  9. sembra non ascoltare quello che gli si dice, pare avere la testa altrove.

Quali sono le conseguenze di queste difficoltà attentive?

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  Molto spesso i bambini che hanno deficit di attenzione incontrano difficoltà nelle relazioni con i coetanei, sperimentano frequenti tensioni nel rapporto con gli adulti e hanno un rendimento scolastico inferiore a quello che ci si attenderebbe in base alle loro capacità cognitive.

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   Di fronte a molte situazioni che li mettono in difficoltà, i bambini con problemi di disattenzione reagiscono con atteggiamenti di rinuncia/evitamento del compito.

 

    Bassa autostima e ansia sono spesso associate a difficoltà di attenzione.

Come aiutare il bambino con problemi di attenzione?

   La reazione spontanea di genitori e insegnanti di fronte a un bambino che sembra non prestare loro attenzione è quella di richiamarlo spesso, di sgridarlo, sottolineando la sua incapacità di rimanere concentrato su un’attività e completarla in modo adeguato.

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    Questa strategia non solo è inutile ma può risultare dannosa. I bambini con ADHD hanno dei deficit nella capacità di autoregolazione. Per questo vanno sostenuti emotivamente e guidati ad apprendere strategie utili per affrontare in modo efficace le situazioni di vita quotidiana.

 

   La loro attenzione può essere migliorata attraverso percorsi educativi e di potenziamento da attivare con l’aiuto di uno specialista.

Valutare le difficoltà attentive

  Quando genitori e insegnanti osservano nel bambino difficoltà di attenzione prolungate e non riescono a individuare fattori di stress ambientale contingenti che possano averle generate, è opportuno che si rivolgano ad un neuropsichiatra infantile o ad uno psicologo dell’età evolutiva per una consulenza specialistica.

 

   Sarà possibile comprendere, in questo modo, se il bambino fatica a concentrarsi nelle attività a casa e a scuola perché non si sente adeguatamente stimolato dalle persone che lo circondano, dai giochi o dai compiti che gli vengono proposti, dalle gratificazioni che riceve per il suo comportamento o se si tratta di un disturbo da deficit di attenzione e iperattività.

 

   Spesso, in presenza di ADHD, genitori e insegnanti notano anche comportamenti impulsivi e iperattivi che rendono ancora più difficili le relazioni con i coetanei e che possono interferire con gli apprendimenti scolastici.

 

    Lo specialista, per avere un quadro complessivo della situazione, confronterà le informazioni raccolte da più fonti:

- genitori e insegnanti, attraverso il colloquio clinico, interviste semistrutturate e questionari;

- colloqui, test psicologici e osservazione diretta del comportamento del bambino.

Il trattamento delle difficoltà di attenzione

   Dopo un’accurata valutazione delle abilità del paziente, lo specialista elaborerà un intervento personalizzato che aiuti il bambino a potenziare le capacità attentive facendo leva sulle sue risorse personali. 

 

  Attraverso giochi individuali o di coppia, libri, attività al computer o con il tablet, il bambino imparerà a comprendere meglio come funziona la sua attenzione e come migliorare le sue prestazioni. E’ auspicabile la collaborazione al progetto di familiari e insegnanti per facilitare la generalizzazione delle strategie apprese al contesto di vita reale.

 

    Lo psicologo può proporre ai genitori un parent-training, ossia una serie di incontri con mamma e papà per aiutarli a comprendere meglio le cause e i sintomi del disturbo di attenzione, e le modalità educative più efficaci per gestire i comportamenti problematici del figlio.

 

  Nei casi più gravi, caratterizzati da forte iperattività e impulsività oltre che disattenzione, il neuropsichiatra può affiancare alla terapia psicologica quella farmacologica.

Indicazioni bibliografiche

 

Per genitori

  • Zuddas A. et al, Che cos’è l’ADHD? Manuale minimo per genitori e insegnanti, Arti grafiche Pisano

  • Parsi M.R., Un bambino maleducato. Il bambino disattento chiede la nostra attenzione, Salani editore

  • D’Errico R.A., Vorrei scappare in un deserto e gridare. Una guida pratica all’ADHD attraverso le storie di tutti i giorni di bambini iperattivi e disattenti, Edizione Aifa Onlus

 

Per educatori e insegnanti

  • Fedeli D. e Vio C.(a cura di), ADHD iperattività e disattenzione a scuola, Giunti editore

  • R. A. Barkley, ADHD: strumenti e strategie per la gestione in classe, Erickson editore

  • Corbo et al.(a cura di), Il bambino iperattivo e disattento, come riconoscerlo e come intervenire per aiutarlo, Franco Angeli editore

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