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Dott. Catulla Contadin - Psicologa infantile - Psicoterapeuta - Noventa Vicentina (Vicenza)

autostima e bambini

Bambini e autostima

     Di fronte a un compito difficile vi sarà certamente capitato di chiedervi: “Sarò in grado di farcela?”. La risposta a questo interrogativo interiore è diversa per ogni persona.

     C’è chi affronta le sfide senza farsi troppi problemi, con la convinzione che in un modo o nell’altro riuscirà a cavarsela, e chi tergiversa a lungo, valutando i pro e i contro, le cose che potrebbero andare bene e quelle che potrebbero andare storte.

     C’è chi si sente in grado di fare tutto (e magari si sovrastima), chi è consapevole dei propri punti di forza e di debolezza e in base ad essi decide se mettersi in gioco oppure no, e chi rinuncia alle sfide in partenza convinto di essere un assoluto fallimento (sottovalutando spesso i propri talenti).

    Anche i bambini hanno un dialogo interiore, cioè possiedono una serie di convinzioni in merito a ciò che sanno o non sanno fare che influenzano il loro modo di affrontare le sfide quotidiane. A volte le opinioni che hanno su se stessi sono positive, altre volte negative.

 

Da dove vengono queste convinzioni?

 

    Ancora una volta ciò che accade nei primi anni di vita gioca un ruolo importante sullo sviluppo futuro. Il bambino piccolo non è in grado di rispondere alla domanda “Chi sono io?”. Il processo di costruzione della propria identità dura tutta la vita, ma le fondamenta vengono gettate dagli adulti significativi, cioè dalle persone che si prendono cura più spesso del bambino durante l’infanzia.

     Molti genitori, convinti di fare il meglio per il proprio figlio, segnalano ogni piccolo errore: "Metti sempre le scarpe rovesce! Il tetto della casa non si disegna in questo modo! Hai scritto il tuo nome al contrario! Non ascolti mai le cose che ti dico! Possibile che tu non sia in grado di prendere una sufficienza in matematica? Sei proprio negato per questa materia!"

     I genitori che comunicano in questo modo con i propri figli sono convinti di fare il loro bene: facendo notare gli errori di comportamento, le mancanze, le regole non rispettate, ecc. cercano di spronare i propri ragazzi a reagire, a correggersi e a migliorarsi.

     Attenzione però: in questo modo diciamo al bambino solo ciò che non va e non lo aiutiamo a capire cosa potrebbe fare per cambiare. E il suo dialogo interiore sarà di questo tipo: Non sono capace di mettermi le scarpe, non so disegnare, quando scrivo sbaglio sempre, sono negato per la matematica.

 

    Il pensiero guida le azioni: come immaginate che reagiranno questi bambini di fronte a nuove sfide?

 

    Per i bambini è fondamentale l’apprezzamento dei genitori: sfruttate questa possibilità! Sottolineate solo alcune mancanze, quelle più importanti, e tralasciate le altre. Tenete sempre in considerazione l’età del vostro bambino: se a tre anni infila le scarpe rovesce complimentatevi con lui perché ha tentato di fare da solo! Se a sei anni scrive il suo nome in modo speculare fategli notare che comunque la sequenza delle lettere è corretta: si tratta solo di imparare il senso di marcia più appropriato. Se a 12 anni non raggiunge mai la sufficienza in matematica fategli capire che ci sono modi diversi per imparare e che forse può provare a fare ripetizioni con un altro insegnante.

    Il bambino poco per volta interiorizza ciò che gli altri dicono e pensano di lui. Queste voci esterne diventeranno la sua voce interna, ed è importante che sia una voce benevola, consapevole dei propri punti di debolezza ma anche dei propri talenti.

 

   A tutti i genitori capita di perdere la pazienza e rivolgersi ai figli in modo tutt’altro che costruttivo: “Non ne posso più, mi hai esasperato! Non capisci niente! Sei un rompi scatole” E via dicendo. Non sono queste sfuriate occasionali a ledere l’autostima dei bambini ma le critiche quotidiane che si depositano nella loro testa goccia dopo goccia

     Allora apprezzate i loro tentativi di migliorarsi, anche se non sempre i risultati ottenuti sono quelli sperati, lodate le loro conquiste, evidenziate i loro talenti e soprattutto fare capire che avete fiducia in loro e nella loro possibilità di riuscire.

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