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Dott. Catulla Contadin - Psicologa infantile - Psicoterapeuta - Noventa Vicentina (Vicenza)

adolescenza e cambiamenti

Trovare se stessi... il compito più difficile durante l'adolescenza.

Cambiamenti fisici, cognitivi e sociali

mettono  ragazzi (e genitori) a dura prova

   L'adolescenza è un momento delicato nello sviluppo di un ragazzo e di una ragazza perché è una fase connotata da grandi cambiamenti:

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ASPETTO FISICO

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   Accanto alla crescita in altezza e nel peso, che il ragazzo ha già sperimentato in fasi precedenti dello sviluppo, durante la preadolescenza e l'adolescenza avvengono una serie di trasformazioni regolate dagli ormoni.

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   Nelle femmine cresce il seno (con tempi e modalità diverse da soggetto a soggetto), i fianchi si arrotondano mentre la vita si assottiglia, aumenta la peluria su gambe, inguine e ascelle, la pelle tende a diventare più grassa e possono presentarsi problemi di acne. Alcune ragazze sperimentano la comparsa di cellulite e accumuli di grasso che generano disagio e insoddisfazione personale. L'arrivo del ciclo mestruale segna l'inizio dell'età fertile e della possibilità di procreare, anche se la maturità per prendersi cura di un bambino viene raggiunta ben più tardi di questo momento.

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   Nei maschi si assiste a una maggiore crescita in altezza e massa muscolare, compare la barba, la pelle del viso diventa più ruvida, i peli iniziano a coprire diverse parti del corpo (inguine, petto, gambe, schiena). La voce si abbassa, assomiglia maggiormente a quella degli adulti. I genitali aumentano di dimensione e diventano maturi per procreare. Spesso la lunghezza del pene è oggetto di discussione e confronto tra i maschi e può generare senso di inadeguatezza e forti ansie rispetto alla propria virilità.

 

   Per un adolescente non è semplice accogliere con serenità tutte queste trasformazioni. Il ragazzo non si considera più un bambino ma si percepisce ancora molto lontano dal mondo degli adulti. Il confronto con i pari non è sempre facile perché esistono tempi di maturazione fisica molto diversi; l'adolescente si sente a disagio se matura prima dei coetanei ma anche se, all'interno della compagnia, è tra gli ultimi a mostrare i segni della crescita.

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Il mio problema più grande è l’altezza

(sono più basso dei miei compagni di classe).

Non sopporto tutti i nomignoli che mi danno (tappo, nano, topo Gigio).

Questa cosa mi blocca, mi sento a disagio a fare sport,

non trovo niente di bello da vestire, anche perché ho la pancetta

e le maglie tirano proprio li! Alla fine non ho neanche voglia di uscire,

tanto gli altri mi invitano perché gli faccio tenerezza, sai che gusto!

(E., 15 anni)

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Per me la maturazione sessuale è stata davvero un grande problema

perché mi mancavano tante informazioni su questo argomento.

Le uniche cose che sapevo le ho lette su internet ma

non è che mi abbiano fatta stare più serena.

Mi vergognavo a far domande ai miei genitori e non ne parlavo con le amiche

perché loro sembravano sapere tutto sul ciclo e sul sesso

e io non volevo fare la parte di quella ingenua (A., 17 anni).

 

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Alcuni adolescenti soffrono di dismorfofobia, ovvero percepiscono il proprio corpo in modo diverso da com'è, hanno la sensazione che ci siano delle anomalie, e questo li fa sentire inadeguati.

   Sensazioni di disagio possono nascere anche dal confronto con i modelli proposti dai mass media: top model e attrici sfoggiano fisici eccessivamente magri che non aiutano le ragazze ad accettare le rotondità derivate dallo sviluppo puberale, così come attori e grandi sportivi dalle spalle larghe e dalla muscolatura ben sviluppata spesso diventano modelli da imitare per i maschi che si sfiancano in palestra con esercizi estenuanti per raggiungere standard inadeguati all’età.

   Nei casi estremi questi comportamenti maschili possono sfociare nella bigoressia, disturbo che induce a fare esercizio fisico in modo ossessivo, fino allo stremo delle proprie forze.

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ASPETTO SOCIALE

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    In questa fase di sviluppo i ragazzi sono impegnati nella ricerca della propria identità: sentono il bisogno di capire chi sono, di conoscere i propri limiti e punti di forza, di trovare il loro posto nel mondo.

 

  L'adolescente ricerca la propria identità anche "per opposizione". La famiglia d'origine, che fino a questo momento rappresentava una fonte irrinunciabile di sicurezza e un punto di riferimento fondamentale, diventa arena di conflitti. Il rapporto con i genitori oscilla tra bisogno di autonomia e bisogno di dipendenza. Il ragazzo sembra voler prendere le distanze dai propri genitori, mette in discussione regole e opinioni ma ha ancora molto bisogno del loro affetto e della loro presenza.

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   Il gruppo dei pari diventa sempre più importante per l'adolescente: con gli amici si confronta, fa esperienze, affronta le cose che lo spaventano, combatte il senso di solitudine e sperimenta le prime relazioni amorose. Il bisogno di essere accettato, di far parte di un gruppo, è alla base del forte conformismo che caratterizza questa età. I membri di uno stesso gruppo in genere condividono il modo di vestire e di pensare, frequentano gli stessi luoghi e praticano le medesime attività. Attraverso questa comunanza costruiscono una propria identità collettiva.

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Ricordo la voglia di uscire con i miei amici e le litigate

con mio padre sull’orario di rientro.

Lui pretendeva che fossi a casa a mezzanotte e non capiva che in discoteca

iniziano a mettere musica da ballare verso mezzanotte e mezza!

Facevo sempre la parte dello sfigato perché potevo stare col gruppo

la prima parte della serata, quando si ciondolava da un pub all’altro

in attesa  del divertimento vero e proprio e poi i miei genitori 

venivano a prendermi mentre gli altri andavano a caccia di ragazze!

(S., 25 anni)

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   Brown distingue diversi tipi di aggregazioni sociali in età adolescenziale:

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- il gruppo allargato, formato da ragazzi che condividono la medesima reputazione sociale, è caratterizzato dall'opposizione verso gli adulti e dalla forte ricerca del divertimento. Appartengono a questi gruppi quegli adolescenti che vivono un rapporto molto conflittuale con gli adulti di riferimento, che si sentono poco considerati da loro e che godono di scarsa autostima;

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- il piccolo gruppo, costituito da giovani che hanno in comune interessi e attività. Può trattarsi di un gruppo formale, basato su regole rigide e promosso dagli adulti (es. gruppi sportivi) o di un gruppo informale, nato in seguito al desiderio di trascorrere insieme del tempo libero. Generalmente gli adolescenti che frequentano questi gruppi hanno un rapporto più positivo con la famiglia e con il proprio corpo e condividono un sistema di valori più tradizionale.

 

  In questo momento dello sviluppo è fondamentale anche la coppia amicale. Per l'adolescente il migliore amico rappresenta una sorta di specchio in cui riflettersi. Per i maschi è un'occasione per fare delle attività insieme, per sentire di avere qualcuno al proprio fianco; per le femmine costituisce una possibilità per esprimere sentimenti ed emozioni, per confidarsi faccia a faccia.

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ASPETTO INTELLETTUALE

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  La mente dell'adolescente inizia a compiere ragionamenti che si discostano dal dato concreto e reale (pensiero operatorio formale). I ragazzi sono orgogliosi di questa nuova capacità di astrazione che utilizzano sia per affrontare meglio alcune materie scolastiche sia per discutere tra loro di tematiche importanti inerenti il senso della vita.

 

   La maturazione di questa forma di pensiero induce l'adolescente a fare più attenzione alle incoerenze tra ciò che le persone dicono e fanno, e rende più spiccato (e tagliente) il senso della critica.

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  Il pensiero ipotetico deduttivo è responsabile anche della forte indecisione che molti adolescenti sperimentano: posti di fronte a più alternative, non sanno che strada intraprendere perché sono portati ad analizzare in dettaglio le diverse opzioni senza riuscire a capire quale sia per loro la più praticabile.

 

Io e la mia amica Eli passavamo ore a fare progetti per il futuro:

volevamo fare l’università insieme, andare a vivere nello stesso appartamento,

stare fuori casa gran parte della settimana.

Discorsi e discorsi su come sarebbe cambiata la nostra vita,

sulla politica(anche se non ne capivamo granché)

e su cosa avremmo fatto per cambiare il mondo.

In realtà, poi, abbiamo preso strade diverse.

(L., 24 anni).

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    Durante  questa fase di sviluppo così ricca di dinamiche intrapsichiche e interpersonali possono manifestarsi una serie di comportamenti che sono espressione di un disagio ma che non porteranno necessariamente allo sviluppo di una psicopatologia. Condotte alimentari sbagliate (diete eccessivamente restrittive o abbuffate compulsive), sperimentazioni di sostanze che alterano lo stato di coscienza (alcool, droghe), atteggiamenti di chiusura e isolamento, manifestazioni di aggressività a scuola e in famiglia, ecc. sono problematiche che non devono essere sottovalutate ma che assumono un significato particolare in questo periodo e possono connotarsi come un tentativo poco adattivo di affrontare le sfide che l'adolescenza pone.

 

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  Genitori, insegnanti, educatori si sentono spesso inadeguati di fronte agli adolescenti; niente di ciò che dicono o fanno sembra sortire l'effetto desiderato. Gli adulti capiscono che il ragazzo ha ancora bisogno di una guida ma i continui contrasti logorano i rapporti e possono portarli a gettare la spugna.

 

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   Talvolta i genitori si sentono preoccupati per il presente e per il futuro del proprio figlio, faticano a capire i suoi stati d'animo perché non ricordano com'erano alla sua età o perché, a loro volta, sono stati adolescenti confusi e soli.

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   Dal canto loro i ragazzi si sentono criticati dagli adulti, poco valorizzati e poco sostenuti. Vorrebbero che mamma e papà li ascoltassero senza esprimere giudizi e senza decidere al posto loro, che fossero in grado di accoglierli anche quando sbagliano riconoscendo il loro bisogno di fare esperienze in prima persona, che offrissero più autonomia continuando a fungere da base sicura.

 

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  In queste situazioni la consulenza psicologica può fornire un supporto sia ai ragazzi che ai loro genitori.

 

   La psicoterapia può offrire all'adolescente uno spazio personale di aiuto nella costruzione della propria identità, rispettando la sua esigenza di prendere le distanze dalla famiglia d'origine. E' essenziale che il ragazzo non tema la dipendenza dallo psicologo ma lo percepisca come una persona attenta ai suoi bisogni, interessata  al suo benessere, capace di ascoltarlo senza idee preconcette.

   L’adolescente deve essere informato del fatto che, periodicamente, lo specialista incontrerà anche i genitori per fare il punto della situazione senza, tuttavia, entrare in merito agli specifici contenuti dei suoi colloqui (al fine di mantenere un rapporto di fiducia e una buona alleanza terapeutica).

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   Lo psicologo può sostenere anche i genitori, impegnati a trovare un difficile equilibrio tra le nuove esigenze del figlio e le dinamiche dell'intera famiglia. Può accogliere i sentimenti di impotenza, frustrazione, rabbia e trasformarli in atteggiamenti più costruttivi e utili a migliorare il rapporto con le nuove generazioni.

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