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Dott. Catulla Contadin - Psicologa infantile - Psicoterapeuta - Noventa Vicentina (Vicenza)

Mio figlio si muove con l'eleganza di un elefante!

 

Come gestire gli scatti di crescita nei bambini

Lo sviluppo fisico di un bambino spesso avviene in modo disarmonico.

 

Durante il periodo della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, osservando un gruppo classe si possono notare differenze enormi tra un ragazzino e l’altro. C’è chi spicca tra tutti per l’altezza (e nelle foto di gruppo finisce sempre in fondo!) e chi ha quasi bisogno di alzarsi in punta dei piedi per raggiungere lo scaffale più alto dell'armadio dove viene depositato il materiale scolastico.

 

A questa età i bambini cambiano in modo molto rapido, compiono dei veri e propri scatti di crescita, anche se in momenti differenti.

 

Non è infrequente che i bambini che crescono velocemente in altezza

siano scoordinati nei movimenti.

 

Genitori e insegnanti notano la loro difficoltà a muoversi con disinvoltura, la tendenza a inciampare più spesso dei coetanei, ad urtarli, a far cadere gli oggetti.

 

I richiami sono all’ordine del giorno: “Stai più attento, non vedi che gli sei andato addosso!”, “Hai le mani di burro?”, “Possibile che tu non riesca a sederti sul banco senza far cadere qualcosa!”.

 

Questi rimproveri si basano sulla falsa credenza che il bambino,

prestando più attenzione a ciò che fa, possa muoversi con maggiore eleganza.

In realtà è come se il ragazzino si trovasse a governare un corpo

che non conosce bene perché non ne ha ancora preso le misure.

È una capacità che migliorerà con il tempo e che può essere favorita dall’attività fisica.

 

Si potrebbe pensare: “Beh, facile… iscrivo il bambino a calcio, pallavolo, arti marziali, break dance… e nel giro di poco tempo avrò di fronte un piccolo atleta!

In realtà i genitori dei bambini  goffi conoscono bene la loro avversione per tutto ciò che ha a che fare con il movimento.

 

Lo sport li mette di fronte alle loro difficoltà e il confronto con i coetanei genera spesso disagio perché non si sentono altrettanto bravi. A questa età le prese in giro sono frequenti e questo non migliora la situazione.

 

La reazione naturale del bambino goffo è quella di chiudersi in casa dedicandosi ad attività più sedentarie come i videogiochi, la tv, il pc o anche lo studio. Come potete immaginare questi passatempi non migliorano la consapevolezza di sé sul piano fisico e si crea un circolo vizioso.

 

 

Che fare allora?

 

  • Evitate le critiche gratuite: i bambini si rendono conto da soli di non essere agili come gli altri, di combinare più frequentemente pasticci e di non avere grandi doti sportive (per il momento).

 

  • Ponetevi come esempio facendo voi stessi un po’ di movimento e cercate di coinvolgere il piccolo in qualche attività da fare insieme (una bella passeggiata nel bosco, un piccolo percorso avventura in un parco divertimenti, ecc.). Evitate di pavoneggiarvi troppo mostrando le vostre capacità atletiche perché potreste scoraggiarlo e farlo sentire non all’altezza.

 

  • Proponetegli qualche sport e cercate di capire quale potrebbe interessarlo. Iscriverlo a un’attività insieme a un amichetto al quale è legato potrebbe aiutarlo a superare il momento iniziale di difficoltà.

 

Se l’esperienza diventa per lui motivo di disagio, ascoltate le sue lamentele e invitatelo a tener duro almeno per un po’: in ogni sport il primo periodo è difficile perché il fisico si deve abituare agli allenamenti, il bambino deve integrasi all’interno del gruppo, l’allenatore deve capire le sue potenzialità per stimolarlo nel modo giusto.

 

Se il malcontento del piccolo dura a lungo, tuttavia, può essere opportuno valutare uno sport differente, più vicino alle sue esigenze. Alcuni bambini si sentono più tranquilli se devono affrontare uno sport più individuale come il nuoto o il ciclismo piuttosto che attività di squadra come il calcio o il rugby.

 

  • Rassicurate il vostro bambino aiutandolo a capire che il disagio che prova nei confronti del proprio corpo è transitorio. Col passare del tempo imparerà a conoscere le potenzialità delle proprie gambe e braccia, riuscirà a coordinarsi meglio e potrà sentirsi più sicuro di sé in tante situazioni che ora lo mettono a disagio.

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