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Dott. Catulla Contadin - Psicologa infantile - Psicoterapeuta - Noventa Vicentina (Vicenza)

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo:

una gabbia che tiene imprigionato il bambino e la sua famiglia

       Suona la campanella che avvisa alunni e insegnanti che la scuola è finita. Martina, 8 anni, inizia a riporre nello zaino libri e quaderni. Lo chiude con cura e lo infila sulle spalle. Si mette in fila con i compagni ma le viene il dubbio di aver lasciato qualcosa sotto il banco.

     Torna indietro e ricontrolla, passando con la mano sul ripiano porta libri per assicurarsi che sia vuoto. Sta per tornare in fila quando, nella sua mente, si fa strada il pensiero che qualche quaderno possa essere rimasto nell’armadio dove la maestra fa depositare il materiale che non serve per il giorno successivo.

     Velocemente si dirige in quella direzione e controlla con cura che non ci sia niente di suo da portare a casa. La maestra la rassicura e la sollecita a unirsi agli altri perché è ora di uscire dalla classe. Ma Martina non si sente ancora tranquilla; torna al suo banco per la terza volta a controllare…

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      Adriano, 12 anni, da un po’ di tempo è disturbato dall’idea che oggetti e persone possano essere contaminati da sostanze velenose. Litiga con la madre quando lava i pavimenti col detersivo, insiste perché lo risciacqui più e più volte. Si sente a disagio quando deve salutare persone che conosce poco dando loro la mano; lo assilla il pensiero che possano aver toccato veleno per topi e non essersi puliti bene le mani.

    Adriano trascorre molto tempo in bagno. Si lava le mani con il sapone, fa tanta schiuma contando fino a 10 e poi sciacqua abbondantemente; è convinto che in questo modo ogni contaminazione potrà essere evitata.

       Dopo questo rituale si sente più tranquillo, la preoccupazione si affievolisce un po’, ma è come se fosse sempre in allerta, alla ricerca di possibili nuove situazioni di pericolo. Le sue mani sono screpolate dai continui lavaggi, la pelle tagliuzzata gli brucia a contatto con le creme emollienti… ma poi… siamo sicuri di ciò che mettono dentro a queste creme?

       Il Disturbo Ossessivo Compulsivo è una patologia che può colpire non solo gli adulti ma anche i bambini.

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       I sintomi principali sono costituiti da:

  • presenza di pensieri o immagini intrusive che affiorano nella mente del bambino in modo improvviso e non controllabile, che lo disturbano, lo angosciano e lo fanno sentire perseguitato. I bimbi più piccoli fanno spesso molta fatica a descrivere le proprie ossessioni, non le considerano un problema e di conseguenza non sempre chiedono aiuto. Gli adolescenti, invece, capiscono che c’è qualcosa che non va in loro, che questi pensieri provengono dalla loro mente ma sono fuori dal proprio controllo e si spaventano maggiormente;

  • presenza di compulsioni, cioè di comportamenti ripetitivi che il bambino mette in atto per difendersi dai pensieri o dalle immagini ossessive. Si tratta di rituali che seguono delle regole piuttosto rigide e che non devono essere interrotti per consentire al soggetto di sentirsi momentaneamente sollevato.

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        La comparsa di pensieri o immagini ossessive genera ansia nel bambino o nel ragazzo. Per cercare di ridurre lo stato di malessere percepito, il soggetto mette in atto dei rituali che lo tranquillizzano momentaneamente. Dopo poco, tuttavia, emergono altre ossessioni e il ciclo ricomincia.

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     È possibile fare delle distinzioni in base ai contenuti delle ossessioni e delle compulsioni messe in atto dai bambini/ragazzi, ma si tratta di una categorizzazione che necessariamente non può essere considerata esaustiva:

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  • DOC DA CONTAMINAZIONE: il soggetto ha il timore di essere contagiato da qualche malattia, di prendere infezioni, è spaventato dallo sporco. Questi timori lo inducono a mettere in atto comportamenti di evitamento come rifiutarsi di frequentare ambienti pubblici (bar, ristoranti, ecc.) e rituali di lavaggio frequenti (pulizia del proprio corpo, degli oggetti che utilizza più spesso, degli ambienti dove trascorre la maggior parte del suo tempo).

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  • DOC DA ORDINE: il bambino sente il bisogno di sistemare ciò che gli sta attorno secondo un ordine ben preciso, generalmente rispettando dei canoni di simmetria. Queste azioni ripetitive possono essere messe in atto senza l’esistenza di una chiara ragione di fondo oppure possono essere messe in pratica con l’intenzione di scongiurare qualche evento negativo (“Se metto i pastelli in ordine dal più chiaro al più scuro nell’astuccio, la verifica di domani andrà bene!”). Questa attenzione ossessiva all’ordine può riguardare anche se stessi; alcuni ragazzi passano ore davanti allo specchio non per vanità personale ma perché si sentono costretti a verificare in continuazione se tutto è sistemato alla perfezione (pettinatura, maglietta, ecc.). I rituali di ordine e simmetria possono interferire in modo significativo con la vita quotidiana dei bambini e dei ragazzi che ne soffrono, rendendoli estremamente lenti nello svolgimento di tante mansioni che potrebbero essere portate a termine nell’arco di pochi minuti;

 

  • DOC DA CONTROLLO: la parola chiave di questo tipo di Disturbo Ossessivo Compulsivo è “dubbio”. I ragazzi che soffrono di questo tipo di DOC temono di non aver compiuto delle azioni in modo adeguato (“Ho chiuso la porta quando sono uscito di casa?” “Ho fatto tutti i compiti segnati nel diario?”, “Ho messo in cartella tutto il necessario?”). Queste ossessioni inducono il soggetto a controllare più e più volte che tutto sia stato fatto nel modo giusto, con una gran perdita di tempo. In alcuni casi i bambini o i ragazzi sviluppano il timore di aver fatto male a qualche caro, sono turbati da immagini in cui spingono i fratelli, picchiano i genitori, fino a raffigurarsi di arrivare a uccidere qualcuno. Capiscono che si tratta di immagini provenienti dalla loro mente ma sono spesso angosciati dall’idea che queste fantasie possano tradursi in realtà;

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  • DOC DA ACCUMULO: è un tipo di DOC che si presenta più raramente degli altri e si manifesta come necessità di conservare una grande quantità di oggetti inutili, fino a ingombrare lo spazio vitale e a renderlo malsano. Alcuni bambini iniziano a fare collezione di qualcosa e poi finiscono per conservare sempre più articoli, diventando incapaci di sbarazzarsi di cose inutili come carte di merendine, avanzi di cibo, fogli di brutta copia, ecc.;

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  • DOC DA SUPERSTIZIONE: il bambino si convince che sia possibile scongiurare degli eventi negativi ripetendo un gesto o una parola un certo numero di volte. Alcuni ragazzi pensano che se vedranno passare tre aerei nel tragitto tra casa e campo di calcio, la partita che dovranno affrontare andrà bene; altri camminano sulle piastrelle senza toccare le fughe perché così facendo i genitori non avranno un incidente in auto...;

 

  • OSSESSIONI SENZA COMPULSIONI: a volte il giovane paziente è disturbato da immagini di scene violente, immorali o illegali che lo spaventano profondamente perché insinuano il dubbio di poterle mettere in pratica nella realtà (furti, stupri, omicidi…). In questi casi non vengono messi in atto dei rituali per cercare di tenere sotto controllo la situazione, ma possono intervenire delle reazioni di evitamento delle situazioni potenzialmente pericolose (es. non avvicinarsi a forbici e coltelli, stare lontano da bambini percepiti come indifesi, e via dicendo). Alcuni ragazzi si sentono profondamente in colpa per queste immagini che si formano nella loro mente, e cercano una sorta di espiazione attraverso la rinuncia di cose per loro importanti, compiendo volontariato o pregando.

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  • COMPULSIONI MENTALI: sono rituali che il bambino o il ragazzo mette in atto nella propria mente e non attraverso  dei comportamenti veri e propri. Possono essere formule magiche ripetute più e più volte, scongiuri fatti in particolari momenti della giornata, elenchi di luoghi o persone importanti, particolari modi di contare. Queste compulsioni mentali possono essere attivate da qualsiasi delle forme di ossessione analizzate in precedenza.

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     Quando si ha a che fare con bambini in età prescolare, può essere difficile diagnosticare alcune forme di DOC perché in questa fase di sviluppo non è ancora chiaro il confine tra realtà e fantasia. Il pensiero magico, presente nei bambini fino a 5-6 anni, li induce a pensare di poter davvero controllare in qualche modo la realtà circostante. Ciò che distingue il Disturbo Ossessivo Compulsivo dalla normalità, è il senso di disagio che prova il soggetto nel momento in cui si sente invaso da immagini e pensieri che non riesce a cacciare dalla sua mente e la necessità che prova di compiere determinati rituali per abbassare il proprio livello di ansia.

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     I bambini e i ragazzi che soffrono di DOC mettono a dura prova la pazienza dei genitori, che spesso cercano di tranquillizzarli assecondando le loro ossessioni. Ma se una madre accetta di lavare più volte al giorno il pavimento di casa perché il figlio ha un DOC di contaminazione, non lo aiuta a stare meglio; in questo modo finisce per rinforzare maggiormente il suo disturbo e rimane imprigionata nella malattia insieme al ragazzo.

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   È necessario riconoscere che esiste un problema e chiedere un aiuto specialistico, senza vergogna o imbarazzo. Solo interrompendo il ciclo del disturbo è possibile affrontare e uscire da questa patologia.

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Bibliografia

Montano A., Annicchiarico F. e Misuraca S. (2015), Ossessioni e compulsioni nei bambini, Erickson

Qual è il meccanismo sottostante al Disturbo Ossessivo Compulsivo?

Esistono differenti manifestazioni del Disturbo Ossessivo Compulsivo?

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