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Dott. Catulla Contadin - Psicologa infantile - Psicoterapeuta - Noventa Vicentina (Vicenza)

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Alimentazione Selettiva nei bambini

Disturbo Selettivo dell’alimentazione

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È il momento di sedersi a tavola e il tuo bambino inizia a fare capricci perché non gradisce quello che hai preparato?

Pranzo e cena si stanno trasformando in momenti di forte tensione e scontro?

Non sai più che strategie adottare per convincere tuo figlio ad assaggiare qualcosa di diverso dai soliti (e pochi) alimenti?

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Fermati un attimo e prenditi il tempo per riflettere su ciò che sta accadendo.

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Sin dalla nascita si sviluppa un legame molto stretto tra cibo ed emozioni.

Vedere che il proprio figlio si alimenta con regolarità e cresce, tranquillizza i genitori rispetto alle proprie capacità di accudimento e allo stato di salute del piccolo.

Non appena compaiono i primi sintomi di difficoltà sul piano alimentare (rifiuto di attaccarsi al seno, rigurgiti frequenti, resistenza allo svezzamento…) mamme e papà entrano in tensione.

Nella maggior parte dei casi si tratta di complicazioni transitorie che il bambino supera naturalmente con la crescita. A volte, invece, i problemi alimentari persistono e diventano più evidenti col passare degli anni.

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Come capire se si tratta di capricci

o problemi alimentari?

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Molti bambini mostrano resistenza di fronte a cibi nuovi e non accettano facilmente di assaggiarli. Alcuni allontanano il piatto perché non sopportano la vista o l’odore di alcune pietanze.  Altri manifestano il proprio fastidio con modalità eclatanti (urla, pianti, lancio di oggetti, rifiuto di stare seduti a tavola, fuga dalla cucina).

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Verso i  18-20 mesi, il bambino sviluppa una maggiore autonomia nell’esplorazione di ciò che lo circonda grazie alla capacità di aggrapparsi a un sostegno, mettersi in posizione eretta e fare i primi passi.

In questo periodo possono comparire manifestazioni di disgusto di fronte a cibi non riconosciuti perché mai assaggiati o perché preparati con modalità diverse dal solito (neofobia). Si tratta di una reazione che svolge un importante ruolo adattivo perché induce il piccolo ad assaggiare solo cibi sicuri e lo protegge dall’assunzione di sostanze tossiche.

 

Dopo i 3-5 anni  i bambini in genere:

  • sperimentano cibi nuovi imitando il comportamento di adulti e coetanei;

  • imparano a riconoscere gli alimenti indipendentemente dal modo in cui sono stati preparati, integrando informazioni visive, olfattive, tattili.

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Alcuni bambini semplicemente mangiano poco

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L’inappetenza di un bambino non è sempre sinonimo di patologia. Se il bimbo sta bene di salute, è allegro, vivace e cresce normalmente, insistere affinché mangi di più potrebbe essere controproducente.

I bambini piccoli hanno buona capacità di autoregolarsi e a differenza degli adulti, non sono portati a mangiare più del necessario solo per “golosità”.

 

Tuo figlio potrebbe non voler abbandonare quei rituali che lo legano a te attraverso l’allattamento o potrebbe non sentirsi ancora pronto per alcune tipologie di alimenti.

Esprimere dispiacere di fronte alla resistenza a mangiare di più, può far insorgere nel tuo bambino il timore di non essere amato  a causa di questo suo comportamento.

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Quando è il caso di iniziare a preoccuparsi 

per l’alimentazione selettiva del bambino?

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Se il rifiuto di mangiare cibi nuovi e la tendenza ad accettare solo pochi alimenti si mantiene nel tempo, è opportuno chiedere consiglio  al pediatra e confrontarsi con uno psicologo dell’età evolutiva.

Potrebbe trattarsi, infatti, di un problema di alimentazione selettiva (ARFID - disturbo evitante /restrittivo dell’assunzione di cibo- DSM 5).

In genere i bambini che presentano un problema di alimentazione selettiva mangiano volentieri  solo 5-6 tipi di cibi, soprattutto carboidrati come pasta, pane o biscotti.

Quando l’adulto tenta di proporre alimenti diversi, il bambino  reagisce con disgusto, rifiuto di assaggiarli e talvolta persino con conati di vomito.

Nella dieta di questi bimbi scarseggiano invece frutta e verdure, e ciò comporta carenza di vitamine, minerali e ridotto apporto di fibre (Bachmeyer, 2009).

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Rischi legati all’alimentazione selettiva nel bambino

 

Se il bambino si mostra totalmente disinteressato nei confronti del cibo o accetta di ingerire un numero molto limitato di alimenti, può :

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  • perdere peso oppure non riuscire a raggiungere la media ponderale prevista per la sua età;

  • sviluppare carenze nutrizionali;

  • dover integrare l’alimentazione con supplementi nutrizionali orali;

  • evitare situazioni sociali (compleanni, feste) che prevedano il consumo di cibo.

 

L’alimentazione selettiva (ARFID) può essere diagnosticata non solo nei bambini ma anche negli adolescenti e negli adulti

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Quali sono i comportamenti tipici

dei bambini con alimentazione selettiva?

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Campanelli di allarme di un possibile disturbo dell’alimentazione, accanto alla difficoltà di aumentare di peso o a carenze nutrizionali sono:

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  1. il bambino mangia con lentezza, deve essere spesso sollecitato perché finisca quello che ha nel piatto, dice di sentirsi sazio dopo aver ingerito pochi bocconi;

  2. mangia solo le sue pietanze preferite;

  3. non mostra interesse per il cibo, si distrae mentre mangia;

  4. mangia alimenti solo se vengono camuffati all’interno di pietanze o bevande che apprezza (McCormick e Markowitz)

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Quali sono le cause

dell’alimentazione selettiva nei bambini?

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I fattori in gioco sono molti: il temperamento del bambino, disturbi del neurosviluppo, l’ambiente educativo, lo stile di accudimento, fattori stressanti ambientali… (Davies e colleghi).

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Le difficoltà alimentari sono prima di tutto un sintomo da comprendere.

Esiste una relazione molto stretta tra cibo ed emozioni.

I genitori devono imparare a osservare il proprio bambino e cercare di capire se la poca voglia di mangiare possa essere legata a un periodo di stanchezza/ malessere fisico o sia espressione di difficoltà ad accettare un evento specifico come la nascita di un fratellino, il rientro al lavoro della mamma, l’inserimento a scuola…

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Tre diverse tipologie di Disturbo selettivo dell’alimentazione (ARFID)

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Le ragioni che spingono bambini e ragazzi a “tenere a distanza” alcuni cibi sono diverse:

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  1. il bambino/ragazzo evita il cibo perché apparentemente non prova alcun interesse per il mangiare (disturbo emotivo);

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  1. il bambino evita molti alimenti a causa delle loro proprietà sensoriali (aspetto, consistenza, odore, colore, temperatura, gusto);

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  1. il bambino teme che ingerire del cibo possa avere conseguenze negative come vomitare, soffocare, avere mal di pancia, dissenteria o reazioni allergiche. Sintomi di reflusso, nausea e dolore all’addome possono manifestarsi in concomitanza con quest’ultima tipologia di ARFID.

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Alimentazione selettiva: errori da evitare

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  • No alle minacce. A tavola non ci devono essere lotte di potere. Frasi come “Se non finisci quello che hai nel piatto domani non andrai al compleanno della tua amica” oppure “Se non mangi la mamma piange” spostano il problema dal piano comportamentale a quello affettivo e possono aumentare l’avversione del bambino per il momento dei pasti

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  • No al ricorso a dolci, snack e altri cibi poco sani ma più appetibili per fare in modo che il bambino “mangi qualcosa

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  • No a tv, tablet, smartphone come diversivo per cercare di far ingerire al bambino cibi poco graditi senza che se ne renda conto

 

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Come aiutare il bambino ad alimentarsi

in modo più equilibrato?

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  • Rendere il pasto un momento di conversazione e divertimento, evitando di focalizzare l’attenzione sul cibo

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  • Coinvolgere persone diverse nella preparazione e nella proposta dei pasti, scardinando i giochi di potere genitore-figlio che spesso si associano al pranzo e alla cena

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  • Dare il buon esempio mangiando pietanze diverse e gustandole con calma, seduti a tavola tutti insieme, con tv spenta

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  • Proporre uno stesso cibo più volte prima di arrendersi e pensare che il bambino non lo assaggerà mai. Una ricerca sull’alimentazione selettiva condotta da Wardle, Cornell & Cooke nel 2005 ha dimostrato che i bambini hanno bisogno di vedere un cibo 15 volte prima di fidarsi di assaggiarlo

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  • Proporre al bambino “Assaggia questo pezzettino piccolo e dimmi cosa te ne pare” piuttosto che “Assaggia. Se non ti piace puoi lasciarlo nel piatto” (che per il piccolo significa:”Se ti piace poi devi mangiarlo tutto!”)

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  • Giocare col bambino trasformandolo in un piccolo chef e coinvolgerlo nella preparazione delle pietanze, stimolando la sua naturale curiosità, la voglia di esplorare e assecondando il suo desiderio di “sentirsi grande”

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  • Aiutare il bambino a conoscere meglio le proprietà dei cibi, parlare con lui di alimenti in termini di origine, stagionalità, gusto, consistenza senza chiedere subito l’assaggio. Il bambino si sentirà meno diffidente verso il cibo se pensa di essere un esperto in materia. In questa ottica sono fondamentali gli interventi di educazione alimentare fatti a scuola.

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Frutta e verdura scarseggiano nella dieta 

del bambino con Alimentazione Selettiva

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I bambini che soffrono di Alimentazione Selettiva a volte si rifiutano di partecipare a feste e compleanni per paura di essere costretti a mangiare cibi non graditi

alimentazione selettiva e tv

Approfittare della distrazione del bambino per fargli ingerire del cibo non aiuta a risolvere un problema di Alimentazione Selettiva

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